Intervista a Marco Di Blas di Austria-Vicina.it

Pubblicato da: Redazione Vienna da Vivere Categoria: Interviste Commenti: 0

Inauguriamo la nostra rubrica dedicata a tutti gli italiani che vivono a Vienna o che hanno rapporti con l’Austria, intervistando Marco Di Blas, giornalista nonché autore del blog Austria Vicina.

Gentile Marco, grazie per aver accettato il nostro invito. Ci racconti di Lei: com’è nata la passione per la scrittura?
In realtà la mia non è una passione per la scrittura, anzi, faccio fatica a scrivere. È una passione per la notizia, la curiosità di sapere quel che accade in giro e perché. Credo di averla provata fin da bambino, avendo avuto la fortuna di vivere in una famiglia in cui entravano molti giornali, il che mi ha fatto sognare fin da piccolo di diventare giornalista. In prima media ho realizzato un primo giornalino stampato a ciclostile, uno strumento rudimentale di quegli anni che credo oggi nessuno sappia più che cosa sia. Più avanti ho incominciato a collaborare con alcuni giornali, finché ho avuto la fortuna di essere assunto. E così ho lavorato per 5 anni al Messaggero Veneto di Udine e per altri 35 anni al Gazzettino di Venezia.

Che progetti ha per questo 2023?
Sono ormai da tempo in pensione, ma, come si usa dire, chi è stato giornalista una volta continua ad esserlo per tutta la vita. Da pensionato ho continuato a collaborare con il Messaggero Veneto e con Il Piccolo di Trieste, occasionalmente anche con La Stampa, esclusivamente su notizie dall’Austria, che è il settore che avevo seguito negli ultimi anni. Dal 2009, inoltre, pubblico un blog sull’Austria, con aggiornamenti quotidiani.

Come mai questo legame con l’Austria?
Vivo e lavoro in una terra di frontiera, a pochi chilometri dall’Austria, di cui non sappiamo quasi nulla. Riceviamo molte informazioni turistiche o che riguardano gli sport invernali, ma rarissime quelle sulla politica, sull’economia, sulla cultura. Me ne ero reso conto già da cronista, nella redazione di Udine del Gazzettino. Se un italiano rimaneva vittima di un incidente stradale in Austria, nessuno in Italia veniva a saperlo. E lo stesso accadeva se una banda di italiani faceva saltare i bancomat in Carinzia. Due mondi separati da una barriera linguistica, prima che politica, e soprattutto dall’assenza completa in Italia di una copertura giornalistica su ciò che accade in Austria. Nessun giornale italiano ha un corrispondente a Vienna e la redazione viennese dell’ANSA è ormai chiusa da anni. Da ciò la mia decisione di incominciare a seguire sistematicamente le notizie dall’Austria. Quelle che potevano interessare i nostri lettori erano sempre “esclusive”, perché nessun altro giornale le aveva trattate prima.

Quando e perché ha avuto l’idea del progetto Austria Vicina?
La decisione di creare un blog è nata dall’esigenza di offrire ai lettori italiani un’informazione più continua e frequente di quella che possono dare i giornali quotidiani. Il blog è una finestra sull’Austria, dove ogni giorno compaiono notizie importanti, ma anche meno importanti, che tuttavia sono utili per conoscere meglio questo Paese, renderlo più “vicino” a noi. Per questo ho pensato di chiamarlo “Austria vicina”. Il primo articolo è apparso nel settembre 2009 e da allora ne sono usciti oltre 5.000. Il blog così è utile non soltanto per sapere quel che succede oggi, ma anche per ripescare notizie del passato. Inserendo nella finestra di ricerca il nome di una persona, di una località, di un evento si è rimandati subito ad articoli pubblicati negli ultimi 13 anni.

Quali consigli darebbe ad un italiano che sogna di trasferirsi in Austria? Esiste una zona migliore?
È una domanda a cui non è possibile dare risposta, perché tutto dipende da che cosa sogna l’italiano che vorrebbe trasferirsi. In primo luogo, però, gli consiglierei di mettere alla prova il suo sogno, prima di fare il grande passo, per non rimanerne deluso. L’Austria è uno splendido Paese, ma potrebbe non essere il paradiso che molti immaginano. Inoltre c’è molta differenza tra Vienna e gli altri Länder, tra le regioni alpine e la grande città. È bello venirci in vacanza, ma potrebbe non essere altrettanto bello viverci.

Se dovesse scegliere un posto per Lei “magico” a Vienna, quale sceglierebbe e perché?
Ho in mente alcuni ristoranti del centro con cucina tipica austriaca. Il centro di Vienna, purtroppo, è diventato ormai una Disneyland, con ristoranti di ogni tipo, da quelli greci a quelli cinesi, fatti apposta per i turisti, ma dove non si respira l’aria autentica viennese. Ma, se si ha la pazienza di cercare, si possono trovare quelli autentici di una volta, che offrono Tafelzpitz e Wienerschnitzel e, per dessert, Palatschinke o Kaiserschmarren. Una domenica di molti anni fa, dopo aver seguito le elezioni politiche e aver trasmesso il mio servizio al giornale, dalla redazione della “Kleine Zeitung” di cui ero ospite, in Lobkowitzplatz, ero andato a cenare da solo in uno di questi ristorantini. Era tarda sera ed ero molto stanco. Fuori c’era la neve e nel tepore di quel locale, ormai senza più la tensione del lavoro da svolgere, dei tempi da rispettare, mi ero piacevolmente assopito, in attesa di essere servito. Quell’ambiente così intimo e quei profumi che mi ricordavano la mia città di origine, Gorizia, un tempo asburgica, mi avevano fatto sentire “a casa”. Ecco, per me quello è stato un luogo e un momento “magici” e il ricordo che ne conservo è tale che ogni volta che vengo a Vienna ci torno almeno una volta.

Quali sono i tre posti che dovrebbero essere visti obbligatoriamente da un turista che non ha mai visto Vienna?
Mi verrebbero in mente tanti posti che per me sono di grande interesse, come lo Zentralfriedhof o la chiesa di Otto Wagner allo Steinhof. Ma per chi non è mai stato a Vienna hanno la precedenza ovviamente il duomo di Santo Stefano, la Hofburg e Schöhnbrunn. Subito dopo, però, suggerirei anche una visita all’inceneritore di Spittelau, facilmente raggiungibile in metropolitana. Non soltanto per la sua estetica da palazzo delle mille e una notte, creato dal pittore Friedensreich Hundertwasser, ma perché finché non si tocca con mano, e con naso, non si riesce a comprendere come un impianto del genere – che in Italia ha fatto cadere il governo Draghi – possa funzionare nel centro di una metropoli, senza puzzare, senza inquinare e senza suscitare alcuna reazione da chi ci abita vicino (fino a pochi anni fa c’era pure la Wirtschaftsuniversität).

Grazie per il tempo dedicatoci, Marco. A presto

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