Intervista a Marco Ramassotto di SoFàre

Pubblicato da: Redazione Vienna da Vivere Categoria: Interviste Commenti: 0

Abbiamo il piacere di intervistare un imprenditore italiano che vive a Vienna da più di 10 anni, Marco Ramassotto, titolare del bistrot SoFàre.

Buongiorno, Marco. Grazie per aver accettato l’intervista su ViennaDaVivere. Raccontaci un po’ di te.
Il mio percorso lavorativo è molto variegato. Faccio parte di quella generazione che si è trovata necessariamente a dover fare l’università. Per i nati negli anni ‘80 era un percorso abbastanza scontato. Infatti mi sono trovato a frequentare l’università senza sapere bene cosa volessi fare dopo. Ho dunque scelto una facoltà molto generica (Scienze politiche) e una volta laureato ho lavorato tre anni in Seat Pagine Gialle dove mi occupavo di marketing. Ma mi sono accorto subito che non era la mia strada. All’epoca infatti lavorare per grandi aziende italiane voleva dire essere un numero. Paradossalmente quando volevi qualcosa, venivi messo un po’ in disparte perché eri quello che voleva fare di più.

Quindi ho lasciato l’azienda e ho lavorato per qualche anno nell’azienda dei miei genitori. Loro hanno la Agrimacelleria Ramassotto, un’azienda agricola a Piossasco, in provincia di Torino, nella quale allevano e vendono carne di Fassona piemontese all’interno della quale ho sviluppato il primo e-commerce italiano – forse anche europeo – in cui nel 2010 era possibile acquistare carne online comodamente seduto al tavolo del tuo pc.

Successivamente ho sviluppato altri progetti: ho seguito un corso di formazione per la produzione del pane e successivamente insieme ad altri soci ho aperto “ViVa”, un’azienda nella quale producevamo farina grazie ad un contratto di filiera con gli agricoltori piemontese. Ci facevamo infatti produrre il grano con determinate caratteristiche appositamente per noi, poi lo molivamo e lo commercializzavamo.

Durante una fiera a Firenze nella quale ero presente con Viva, ho conosciuto Luca Miliffi, un importatore italiano che voleva aprire un piccolo laboratorio di panificazione artigianale per la sua azienda italiana (Cibus). Così nel 2019 mi sono trasferito per sei mesi a Vienna per come suo consulente. Da quel momento in poi, ho iniziato, giorno dopo giorno, a trasformare in realtà il mio sogno di aprire un bistrot a Vienna.

Perché sei rimasto in Austria?
Ho deciso di rimanere a Vienna perché mi sembrava la città giusta per aprire questo mio nuovo concept. Avevo infatti constatato che c’era molto interesse nei confronti dei prodotti alimentari italiani da parte dei viennesi.

Consiglieresti ad altri imprenditori italiani di aprirsi una propria attività a Vienna?
Assolutamente sì, è molto più semplice aprire un’attività qui a Vienna che in Italia pur non conoscendo il tedesco e un network di riferimento. Ho avuto attività anche in Italia dove c’è tanta burocrazia con tempi lunghi. La cosa bella – che non è secondaria – è l’apprezzamento del prodotto italiano fatto bene da parte dei clienti locali. Tutto ciò non è tangibile ma ti fa addormentare più contento.

Qual è l’origine del nome del tuo locale?
Il nome SoFàre è composta da due parole italiane: “so” e “fare”. Quando ho aperto il locale, non ne sapevo nulla, Pertanto il nome dato da una parte era una provocazione, dall’altra un augurio.

In quale quartiere di Vienna si trova SoFare e come ci si arriva?
SoFàre si trova nel secondo distretto di Vienna ai confini con il primo in Hollandstrasse 10. È facilmente raggiungibile con tre metro. Si può scendere a Schwedenplatz con la linea verde U4 , a Nestroyplatz con la linea rossa U1 oppure a Taborstrasse con la linea vila U2.

Cosa propone il menu del tuo bistrot?
Il nostro menù propone piatti per tutti gusti. Abbiamo cercato di porre molta attenzione anche verso i piatti vegetariani e vegani perché c’è molta richiesta qui a Vienna.

Quali sono i piatti più richiesti e per cui vai fiero?
Il piatto più richiesto in assoluto sono i rigatoni alla carbonara e ne vado fiero perché è una delle ricette più maltrattate all’estero a causa dell’aggiunta di ingredienti strani come la panna, il bacon o la pancetta. Noi prepariamo la carbonara originale, con il guanciale, la crema di uova, il pecorino e il parmigiano. Negli anni abbiamo cercato di nobilitarla un po’ ponendo particolare attenzione al mix di pepi che utilizziamo. Infatti non utilizziamo solo pepe nero, ma anche pepe di Sichuan, di Timut per dare un po’ di “balsamicità” al piatto e per rinfrescare un po’ la bocca dall’uovo dal guanciale e dai formaggi con una punta di aroma agrumato.

Cosa vuol dire per te “pasta”?
La pasta è stata il cibo che più ho amato fin da quando ero bambino perché è anche il piatto della “condivisione”. Ritengo che il rapporto che abbiamo noi italiani nei confronti del cibo è differente dal resto del mondo. Per noi il cibo è un atto d’amore nei confronti delle persone a cui vogliamo bene. Penso a quando da piccoli andavamo dalla nonna, e la prima cosa che cu chiedeva era se volessimo mangiare, o quando invitiamo un amico a casa, gli prepariamo qualcosa di buono.
La pasta è un atto di condivisione: si prepara in fretta, si può fare in mille modi, può essere tranquillamente improvvisata con pochissimi ingredienti come olio e parmigiano.

Tre motivi per venire a mangiare un piatto di pasta fresca a SoFàre a Vienna.
Il primo motivo è l’attenzione che noi poniamo nella scelta delle materie prime. Oltre alla qualità è importante che vengono da un certo tipo di economia e agricoltura. Sono molto fiero dei nostri fornitori selezionati che da generazioni allevano con cura i propri animali. Anche attraverso queste piccole accortezze si può in qualche modo cambiare il mondo. Scegliere di andare a mangiare in un ristorante che fa la pasta con uova biologiche di galline che vivono all’aperto nutrite con mangimi biologici, piuttosto che di acquistare verdure e carni da produttori locali è diverso dall’alimentare un certo tipo di economia in cui il ristoratore compra dalla grande distribuzione o dalle industrie. Sono due approcci molto diversi e il cliente deve essere consapevole che attraverso le sue scelte può favorire una o l’altra categoria.
Il secondo motivo è che è possibile mangiare molto bene in un ambiente informale, molto easy, dove non c’è bisogno un particolare dress code perché preferiamo dare lustro alla sostanza piuttosto che alla forma.
Infine il terzo motivo, un po’ più filosofico, è la possibilità di poter contribuire nella realizzazione del mio sogno ovverosia quello di aprire un bistrot italiano a Vienna. Da SoFàre si respira un’energia positiva di persone che fanno gioco di squadra. E questa energia si sente anche nei piatti.

Grazie, Marco.
Alla prossima!

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